Il matrimonio è indissolubile
Un uomo cristiano e una donna cristiana, possono solo essere esclusivamente marito e moglie e non compagno o compagna, perché il matrimonio è indissolubile. Oggi ci stanchiamo facilmente e lasciamo la persona che abbiamo scelto e sposato all’altare, promettendole fedeltà dinanzi a Dio, come se fosse un vestito vecchio e che ormai è da buttare. Che fine ha fatto l’affermazione: FINCHE’ MORTE NON VI SEPARI? Per noi passa il tempo e passa anche quanto promesso anni addietro, ma per Dio mille anni sono come il giorno che è passato, e ci chiederà conto di cosa abbiamo fatto, cosa abbiamo dato e delle promesse fatte a Lui nel giorno del matrimonio, dove sono?!
“Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra commette adulterio; e chi sposa una donna rinviata dal marito, commette adulterio”
(Luc 16, 18)
Nel Vangelo di Marco leggiamo:
La domanda rivolta a Gesù dai Farisei è, in Marco, semplice e chiara. Viene anzitutto riferito solo l’essenziale della risposta di Gesù che restaura l’assoluta indissolubilità, cioè ci ricorda che il matrimonio è indissolubile, quindi non giriamoci intorno, Dio è uguale a ieri, oggi e sempre, e questa è una certezza, poi la meraviglia suscitata negli stessi discepoli di fronte a così straordinaria rivelazione.
“Ora, i Farisei, avvicinati si, gli domandavano, per tentarlo: "È permesso ad un uomo ripudiare sua moglie?". Ma egli, rispondendo, disse loro: "Che cosa ha comandato a voi Mosè?". Essi risposero: "Mosè ha prescritto di scrivere un libretto di divorzio e di ripudiare".
Ma Gesù disse loro:
“Per la durezza del vostro cuore egli ha prescritto per voi questo precetto. Ma in principio della creazione, Dio li fece maschio e femmina. Per questo l’uomo abbandonerà il padre e la madre, s’unirà alla sua moglie, e i due saranno una sola carne. Di modo che non sono più due, ma una sola carne. Non divida dunque l’uomo quello che Dio ha unito” il questo perché il MATRIMONIO E’ INDISSOLUBILE.
A casa i discepoli l’interrogarono di nuovo su questo punto. Egli disse loro: “Chi ripudia sua moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio riguardo alla prima; e se una donna ripudia suo marito e ne sposa un altro, commette adulterio”” (Mar 10, 2-12).
Il ripudio pertanto non autorizza mai il nuovo matrimonio. Lo stupore dei discepoli di fronte a tale rivelazione verrà sottolineato maggiormente ancora in Matteo.
Nel Vangelo di Matteo leggiamo:
Alla domanda sull’indissolubilità del matrimonio, la risposta di Gesù, in Matteo, è del stesso contenuto come quello nel Vangelo di Marco, in Luca, in Paolo ed è chiaro che non potrebbe essere altrimenti.
Il racconto di Marco andava diritto all’essenziale, a stabilire cioè la legittimità o meno del ripudio seguita da un nuovo matrimonio: “È permesso a un uomo ripudiare sua moglie?” . Il Signore risponde NO.
Secondo Matteo, la domanda dei Farisei è duplice e intricata. Essa verte anzitutto e apertamente sulla questione della legittimità dei motivi del ripudio: “È permesso ad un uomo ripudiare la propria moglie per un motivo qualsiasi?”.
Verte anche, di conseguenza, sulla liceità del nuovo matrimonio che il ripudio concederebbe. Quindi bisogna vivere quanto Gesù ha detto, perché se non viviamo la sua parola, se prendiamo con faciltà il matrimonio che non dimentichiamo è un SACRAMENTO, un giorno dovremo rendere conto a Dio. Se stiamo vivendo una situazione difficile, parliamo con chi è di dovere. Se siamo separati: cerchiamo un pretesto o un modo per riconciliarci (ricordiamo che l’abbiamo scelta noi quella persona quando la portammo all’altare). Se conviviamo, stiamo comettendo un peccato grave (a meno che non si vive come fratello e sorella sotto lo stesso tetto). Rivolgiamoci alla Chiesa, avviciniamoci a Dio perché se non riusciamo a riconciliarci, vuol dire che prima di tutto siamo lontani da Dio. Chi ama Dio ama il prossimo come se stesso e come dice San Paolo: L’AMORE TUTTO SOPPORTA.
Non perdiamo il paradiso per la persona per cui giurammo amore e che rese quel giorno indimenticabile. Ma conquistiamo il paradiso, insieme a quella persona a cui quel giorno promettemmo fedeltà finchè morte non ci separi.
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