Come comprendere il Vangelo della sofferenza

Dal colloquio segreto con l’angelo (Gabriele, nell’Annunciazione) Maria intuì che la sua missione di madre la “destinava” a condividere in modo del tutto singolare la missione stessa del Figlio, e ben presto ne ebbe conferma, sia attraverso gli eventi che accompagnarono la nascita di Gesù a Betlemme, sia attraverso le parole chiare del vecchio Simeone che le annunciarono che una spada affilata le avrebbe trafitto il cuore, sia attraverso l’angoscia e le privazioni sofferte durante la fuga precipitosa in Egitto a causa della crudele decisione di Erode.

Il Vangelo della sofferenza

E dopo le vicissitudini della vita nascosta e pubblica del Figlio, da lei senza dubbio condivise con acuta sensibilità, fu ancora sul Calvario che la sofferenza di Maria, accanto a quella di Gesù, raggiunse un vertice difficilmente immaginabile dal punto di vista umano, ma certamente misterioso e soprannaturalmente fecondo nel disegno della salvezza universale.

Testimone con la sua presenza della passione del Figlio, partecipe con la sua compassione, Maria Santissima ha offerto un contributo singolare al Vangelo della sofferenza e ha realizzato prima del suo tempo quanto affermava san Paolo. Sì, veramente, in modi del tutto speciali, ella può affermare che « completa nella sua carne – come ha già fatto nel suo cuore – ciò che manca alle prove di Cristo ».

Alla luce dell’esempio incomparabile di Cristo, che si riflette con singolare chiarezza nella vita della Madre, il Vangelo della sofferenza, attraverso l’esperienza e la parola degli Apostoli, diventa una fonte inesauribile per le generazioni sempre nuove che si susseguono nella storia della Chiesa.

Vangelo della sofferenza significa non solo la presenza della sofferenza nel Vangelo come uno dei temi della Buona Novella, ma anche la rivelazione della potenza salvifica e del significato salvifico della sofferenza nella missione messianica di Cristo e, successivamente, nella missione e vocazione della Chiesa.