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La vera cura al coronavirus è questa
  • Ugo Maggengo
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  • SPIRITUALITA'

La vera cura al coronavirus è questa

Esiste una cura al coronavirus, una cura che molti nemmeno pensano che lo sia. Esiste una cura al coronavirus, e questa cura è qualcosa di meraviglioso perché non cura soltanto questo maledetto virus che molto probabilmente è stato sviluppato in un laboratorio come arma chimica, su questo ci sono vari dubbi ma nemmeno escludono l’ipotesi.
Qual è questa cura? E’ Gesù Eucaristia, è la preghiera supplichevole, è la confessione, è il Rosario. 
Già intravedo i sorrisi della gente incredula a quanto ho appena scritto. Già vedo le facce deluse dal titolo che molto probabilmente pensano sia ingannevole ma in realtà è la cura! Già vedo chi indignato chiude la pagina di questo articolo con seccatura. Ma vedo anche chi prende sul serio quanto sto scrivendo e prende la cura per sè e la porta agli amici ed ai suoi parenti.

Perché viene chiamato coronavirus?

Il coronavirus deve il suo nome al fatto che, al microscopio elettronico, si presenta come una sorta di bulbo frangiato, che ricorda molto una corona regale o la corona solare.

Basta guardare la storia

In passato, quanti virus la Chiesa ha affrontato con la fede. Basti pensare la fede di San Rocco, protettore degli appestati e dalle malattie infettive. San Carlo che lo vediamo con tutta la sua fede e carità, combattere la peste e tanti guarirono per la sua fede. Anche Alessandro Manzoni parla di una processione infatti di San carlo Borromeo a Milano, nel 1630. La stessa processione di San Gennaro a Napoli… e per finire, la grande fede di Santa Chiara, San Francesco che curavano i lebbrosi con tanti eventi miracolistici.
Un altro grande episodio di fede dei santi, lo possiamo apprendere dal Beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario della Regina del Rosario di Pompei, che nel 1889 il beato fu colpito da una forte febbre. Nell’andare a Napoli per farsi visitare, passò dal suo direttore spirituale, il Padre Liguorino Giuseppe Maria Leone, che, pregando davanti al Santissimo Sacramento, espresse un voto per lui: se il Sacro Cuore di Gesù gli avesse prolungato la vita fino al completamento del Santuario, egli avrebbe eretto al suo interno un altare a Lui dedicato. Longo ebbe salva la vita, ma non adempì subito al voto. L’anno successivo, uno dei figli della contessa De Fusco, cofondatrice del Santuario, fu colpito da un grave morbo. Nessuna delle cure tentate diede frutto. Nel mese di giugno a Bartolo Longo tornò in mente l’invito di Padre Leone, ne parlò con la contessa e decise di obbedire: entro il mese di maggio dell’anno successivo avrebbe fatto edificare l’altare al Sacro Cuore di Gesù. Il mattino del 5 giugno, festa del Corpus Domini, la De Fusco, ebbe una visione del Sacro Cuore di Gesù, con accanto la Beata Margherita Alacoque (in quel tempo era ancora beata). Il Redentore, fece intendere alla contessa queste parole: «Voglio che sia glorificata la Beata Margherita!». Nel recarsi a visitare il figlio, le venne incontro il cocchiere per comunicarle l’avvenuta guarigione del giovane. Il 7 maggio 1891, il Cardinale Raffaele Monaco La Valletta consacrò l’altare e benedisse il quadro, dipinto dal sacerdote e pittore di Camerino, Orazio Orazi, raffigurante il Sacro Cuore di Gesù e Margherita Maria Alacoque, che si trova nella navata di sinistra del santuario, ed è tuttora molto venerato.
E come ultima e non meno importante, abbiamo la grandissima testimonianza di una santa dei nostri tempi; madre Teresa di Calcutta che mai si ammalò di lebbra eppure era sempre in mezzo ai lebbrosi curandoli con la sua preghiera ed il suo grande amore.
La cura al coronavirus? E’ la Fede! La preghiera, la supplica, l’adorazione, il rosario. Pieghiamoci dinanzi a Dio e abbiamo l’umiltà di chiedere il suo aiuto. Con la fede riusciremo a vincere. A Dio nulla è impossibile. Vorrei chiedere a te caro lettore di iniziare questo cammino di cura; preghiamo, avviciniamoci a Dio perché questo è il momento per chiedere, il momento migliore per poter sperimentare la potenza di Dio.
Ecco cosa faremo: Ogni giorno a partire da oggi, reciteremo la supplica alla Regina del Rosario di Pompei, scritta dal beato Bartolo Longo proprio per placare questa epidemia.

Perchè ho scelto questa supplica?

Perchè Il Beato definì la Supplica “Ora del Mondo” in ragione del fatto che, contemporaneamente, in diverse parti della terra, milioni di fedeli si ritrovano per recitarla. La Supplica, negli anni, è stata, infatti, tradotta in decine di lingue, dall’inglese al russo, dall’armeno all’urdu, dal maltese al tamil. Recitata anche dai Sommi Pontefici.

Non c’è tempo da perdere

Il coronavirus non è un gioco; sta devastando la Cina, sta distruggendo famiglie e si sta dilagando a macchia d’olio in tutto il mondo. Chi desidera e approva questa cura lo può fare unendosi a noi, recitando la supplica alla Madonna del Rosario di Pompei una volta al giorno, ad oltranza fino a che non si plachi questa epidemia.
La supplica la trovate sulla pagina facebook qui, lasciate un vostro mi piace come orma del vostro passaggio, e se potete condividete in tanti, dobbiamo diffonderla in tutto il mondo. Chi desidera scaricarla e stamparla ecco il formato pdf da stampare. Grazie e Dio vi benedica
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Autore Ugo Maggengo

Sono la conferma che Dio sceglie lo scarto del mondo per confondere i sapienti e i superbi. Sono la conferma che Dio usa misericordia con chi accetta di essere vinto dal Suo Amore. Ugo

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