San Paolo l’apostolo più profondo
San Paolo, possiamo dire è uno tra gli apostoli più ricchi, più combattuti, più grandi a mio parere. Affascina molto l’amore di San Paolo anzi il modo profondo e unico di amare Cristo. Quando leggiamo le sue lettere, al primo impatto sembrano difficili da comprendere, difficili da percepire il vero significato. Ha un concetto molto profondo dell’amore di Cristo e di come Cristo stesso vuole che ci amiamo. L’esempio forte è l’Inno alla Carità, una vera opera letteraria, una poesia che sprigiona profumi celestiali. A mio parere, inizialmente sembra facile, una lettura scorrevole ma che poi entra in un tunnel profondo di significato, che solo con l’occhio dell’amore, della fede, si può comprendere pienamente.
Tuttavia agli occhi dell’apostolo l’amore che Cristo aveva manifestato all’umanità era la meraviglia delle meraviglie. Sin dall’incontro folgorante sulla via di Damasco, san Paolo era rimasto affascinato dalla persona di Gesù, che si era insediato da signore nel cuore della sua esistenza, perché Gesù non gli propose di seguirlo ma lo costrinse, e non con prepotenza ma riempendolo del suo amore, riempendo il cuore di Paolo di questo amore puro come acqua di sorgente.
E il Santo Apostolo ce lo conferma dicendo: « Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me ». Ce lo conferma ancora quando usa espressioni come: « in Cristo », « in Cristo Gesù », « in Cristo Gesù nostro Signore » questo per dirci che Gesù è in lui, e in noi, e non fuori di lui e fuori da noi, Gesù continua la sua vita e le sue conquiste con il cuore di Paolo, e vuole continuare ad amare, a conquistare, con il nostro cuore: ECCO PERCHE’ DEVE ESSERE LIBERO!
Il grande apostolo viveva a tale punto in Cristo, che gli sembrava di sentire la propria vita annullarsi per far posto a quella di Cristo: Egli era convinto, e lo andava esperimentando nella sua fede, che Cristo comandava e animava tutto il suo fervore interiore e che si trovava in qualche modo alla sorgente di tutte le sue azioni vitali.
Credo proprio che San Paolo provò una grande confusione quando Gesù lo scelse. Sicuramente si chiedeva come fosse possibile, lui, che perseguitava la sua gente. Ma non dimentichiamo che il Signore sulla terra è andato sempre alla ricerca di chi era nell’ombra del peccato. Cristo aveva scelto lui, il meno degno, ma il più adatto di tutti di ricevere una così grande missione. Vedendosi oggetto di un amore del tutto gratuito da parte di Cristo, il grande persecuotore della Chiesa, si sentì vinto da questa forza chiamata AMORE, dicendo: « lo vivo nella fede al Figlio di Dio che mi ha amato e che si è sacrificato per me ».
L’amore che Cristo aveva dimostrato nel sacrificio del Calvario, ed è proprio nel sacrificio che si dimostra l’amore, non nelle parole.
L’amore di Cristo era per Paolo, il fulcro, la forza, il motore che muoveva tutto il suo apostolato. Cosa siamo senza l’amore? Ma la cosa che arricchisce è proprio il fatto che questo gesto di amore di Gesù, morendo sulla croce, non finisce lì sul calvario ma lì inizia, aprendo così i cuori di coloro che si lasciano amare, che si lasciano vincere, che si lasciano conquistare da un amore più grande di quello che un cuore umano può contenere.
Come Paolo anche noi dobbiamo fare in modo che Cristo viva in noi. Per diventare veri apostoli e partecipare un giorno al suo eterno banchetto.
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