San Giorgio un vero cavaliere di Dio
San Giorgio, morto il 23 aprile del 303 d.C. a Nicomedia, un’antica città dell’Asia Minore, allora appartenente all’Impero Romano e oggi corrispondente alla città turca di İzmit. la bandiera che porta il suo nome è diventata simbolo di numerosi paesi, città e anche movimenti politici estremisti. Per festeggiare l’evento, la versione britannica di Google ha preparato un apposito doodlecon San Giorgio a cavallo mentre agita una spada contro un drago.
Da giovane Giorgio si presentò all’imperatore Diocleziano e, grazie alla figura di suo padre, riuscì a farsi arruolare nell’esercito e a diventare poi guardia scelta dell’imperatore. Nel 302, però, Diocleziano emanò un editto che prevedeva l’arresto per i soldati romani cristiani. Giorgio allora, in nome di tutti i militari cristiani, si ribellò per difendere la sua fede. La leggenda narra che Diocleziano fece di tutto per convertirlo al paganesimo romano con numerosi doni, tutti rifiutati da Giorgio. Allora Diocleziano lo fece torturare e decretò la sua condanna a morte, per la quale Giorgio venne dichiarato martire dai cristiani.
La leggenda del drago
La storia del drago da cui oggi ha preso spunto anche Google è molto famosa, tanto che San Giorgio è spesso raffigurato mentre uccide il drago. La leggenda più famosa narra che un giorno San Giorgio passasse per una città di nome Selem (in Libia), dove in un lago viveva un grosso e insaziabile drago che non si accontentava più di mangiare le pecore offertegli dagli abitanti ma voleva esseri umani. Allora gli abitanti cominciarono a offrirgli i loro figli, scelti per sorteggio, per placare la sua furia. Un giorno la sorte scelse la principessa Silene, la figlia del re locale. Proprio in quel momento arrivò San Giorgio che uccise il drago e salvò Silene. Prima però fece convertire al cristianesimo tutta la popolazione di Selem.
San Giorgio è il santo patrono, tra le altre città, di Reggio Calabria, che lega il suo culto all’episodio che portò Reggio Calabria ad infliggere una sconfitta ai saraceni che tentavano di invadere le coste calabresi. Molte chiese della città sono dedicate a san Giorgio e nel medioevo i tre sindaci della città venivano eletti nella chiesa di San Giorgio al Corso con un solenne atto ai piedi dell’altare dedicato al Santo.
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