Il beato Angelico recitava il rosario in estasi
Frà Giovanni da Fiesole († 1455) viene chiamato il Beato Angelico e c’è un motivo: per chi ha visitato qualche volta il famoso convento di San Marco in Firenze, per chi ha visto qualcuna delle sue meravigliose pitture, in cui tutti i volti degli angeli si specchiano nel volto, ancor più delicato e angelico, di Maria Santissima. Ma come frà Giovanni da Fiesole poté immaginare volti cosi celestiali?
È presto detto: li aveva visti in una visione rimasta famosa. Tornava una sera verso il suo convento a Firenze, Recitava con grande amore il santo Rosario. Era così immerso in Dio che ad ogni Ave Maria guardava le stelle, pensando al Paradiso. E il Paradiso gli si fece vicino, perché gli sembrò che il cielo si aprisse. Vide Maria: che volto celestiale! Vide gli angeli: che volti delicati e meravigliosi! E gli angeli gentili offrivano alla Vergine Maria rose, tra melodiosi canti di festa. Ma quasi d’incanto la festa del cielo si fermò, perché il frate artista potesse contemplare meglio quei volti, ma anche perché potesse continuare a recitare il Rosario che aveva interrotto.
Quando frà Giovanni, il beato Angelico, riprese a recitare le Ave Maria, la gloria intorno alla Vergine Santa si ravvivò fino alla Salve Regina, allorché divenne un vero trionfo. Quei delicati volti di cielo rimasero così impressi nel cuore di fra Giovanni da farlo diventare angelico e quando fu beatificato, appunto chiamato “il beato Angelico“. Lui li fotografò con il suo stupore, li fissò per sempre con la sua arte meravigliosa e serena, così che ancor oggi noi, guardando le sue pitture, rimaniamo incantati davanti ad un vero pezzo di cielo!
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