Perché nelle rivelazioni private Maria chiede il rosario?
Nelle rivelazioni private la Madonna chiede spesso il rosario, anzi sappiamo tutti che essa è la sua preghiera prediletta. Qualcuno però si scandalizza del fatto che la Regina del cielo, chieda preghiere che ripetano sempre la stessa cosa. Allo stesso modo, viene spesso criticata la coroncina della Divina misericordia che Gesù diede a Santa Faustina Kowalska chiedendo preghiere schematiche e vocali, dove bisogna ripetere determinate invocazioni per un numero preciso di volte. Eh si per alcuni non ha senso!
Quanti pongono domande come: Perché Dio vorrebbe da noi preghiere ripetitive? Il Rosario è una preghiera con uno schema ben preciso è vero ma credo che una risposta a tale domanda la può dare solo San Giovanni Paolo II nel suoi ” Rosarium Virgins Mariae dove scrive:
“La meditazione dei misteri di Cristo è proposta nel Rosario con un metodo caratteristico, atto per sua natura a favorire la loro assimilazione. È il metodo basato sulla ripetizione.
Ciò vale innanzitutto per l’Ave Maria, ripetuta per ben dieci volte ad ogni mistero. Se si guarda superficialmente a questa ripetizione, si potrebbe essere tentati di ritenere il Rosario una pratica arida e noiosa. Ben altra considerazione, invece, si può giungere ad avere della Corona, se la si considera come espressione di quell’amore che non si stanca di tornare alla persona amata con effusioni che, pur simili nella manifestazione, sono sempre nuove per il sentimento che le pervade”
Non capita così anche tra le persone innamorate? Dirsi di continuo: TI AMO? TI VOGLIO BENE?
Scrive ancora: “In Cristo, Dio ha assunto davvero un «cuore di carne». Egli non ha soltanto un cuore divino, ricco di misericordia e di perdono, ma anche un cuore umano, capace di tutte le vibrazioni dell’affetto.
Se avessimo bisogno in proposito di una testimonianza evangelica, non sarebbe difficile trovarla nel toccante dialogo di Cristo con Pietro dopo la Risurrezione: «Simone di Giovanni, mi ami?». Per ben tre volte è posta la domanda, per ben tre volte è data la risposta: «Signore, tu lo sai che ti amo» (cfr Gv 21, 15-17).
Per comprendere il Rosario, bisogna entrare nella dinamica psicologica che è propria dell’amore”.
Che il rapporto con Cristo possa avvalersi anche dell’aiuto di un metodo non deve stupire. Dio si comunica all’uomo rispettando il modo di essere della nostra natura ed i suoi ritmi vitali”.
È fuori di dubbio che questa ripetitività, mentre attenua l’attenzione sulle parole che vengono proferite, favorisce la contemplazione, la dilatazione del nostro animo, l’effusione da cuore a cuore.
La spiritualità cristiana, pur conoscendo le forme più sublimi della contemplazione, è fatta anche di preghiere ripetitive, di preghiere vocali. Papa Francesco ha, nel quale tutte le immagini, le parole e i gesti sono come superati dall’intensità di una unione ineffabile dell’uomo con Dio, è normalmente segnata dal coinvolgimento totale della persona, nella sua complessa realtà psico-fisica e relazionale.
Questo appare in modo evidente nella Liturgia. I Sacramenti e i sacramentali sono strutturati con una serie di riti, che chiamano in causa le diverse dimensioni della persona. Anche la preghiera non liturgica esprime la stessa esigenza. Lo conferma il fatto che, in Oriente, la più caratteristica preghiera della meditazione cristologica, quella centrata sulle parole: «Gesù, Cristo, Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di me peccatore» è tradizionalmente legata al ritmo del respiro, che, mentre favorisce la perseveranza nell’invocazione, assicura quasi una densità fisica al desiderio che Cristo diventi il respiro, l’anima e il ‘tutto’ della vita”
Ecco perché la Madonna anche nelle rivelazioni private chiede il rosario, aldilà della sua ripetività, è una preghiera che apre dialogo, che va aldilà della preghiera stessa.
Scrivi la tua preghiera