L’elemosina converte i cuori
L’atto di fare l’elemosina può portarci alla conversione e a un rapporto più profondo con Dio.
Fare la carità, che include il fatto di donare il nostro tempo e i nostri talenti agli altri, è un pilastro della fede cristiana. È un’azione modellata sull’esempio di Gesù e sul modo in cui si è donato continuamente agli altri nella vita e nella morte.
Papa Benedetto XVI una volte scrisse sull’elemosina nel suo Messaggio per la Quaresima 2008, spiegando che può essere uno strumento di conversione.
Come l’elemosina può convertire i cuori?
Avvicinandoci agli altri, ci avvicina a Dio e può diventare strumento di autentica conversione e riconciliazione con Lui e con i fratelli”. In particolare, Benedetto XVI rifletteva sulla forza dell’elemosina e sul suo legame con l’amore.
Dare agli altri, ci educa alla generosità dell’amore. San Giuseppe Benedetto Cottolengo soleva raccomandare: ‘Non contate mai le monete che date, perché io dico sempre così: se nel fare la carità la mano sinistra non ha da sapere ciò che fa la destra, anche la destra non ha da sapere ciò che fa essa stessa”.
Abbracciando l’elemosina, otteniamo miracoli
Quando chiediamo delle grazie, dobbiamo sempre alla preghiera, affiancare atti di amore, come il fare la carità, non solo dando soldi a chi ne ha bisogno, ma anche l’elemosina dell’amore. Dando amore a chi vive nella solitudine, nell’indifferenza del mondo. Anche questa è fare la carità, ed è proprio dando l’amore che incontriamo l’Amore Assoluto.
Se vogliamo che si convertano
Se vogliamo che i nostri amici lontani da Dio, i nostri parenti che finalmente si avvicinano al Signore, dobbiamo pregare con fede e operare con amore. Doniamo il nostro tempo, a chi ha bisogno, che sia un povero, una persona che è nel dubbio, che sta vivendo momenti difficili e ha bisogno di essere ascoltato… ce ne sono di modi per fare la carità!
La pratica dell’elemosina, ci aiuta a crescere nella carità e riconoscere nel prossimo, Cristo stesso. Negli Atti degli Apostoli si racconta che l’apostolo Pietro allo storpio che chiedeva l’elemosina alla porta del tempio disse: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina” (At 3,6).
Quando diamo una moneta, in quel momento regaliamo qualcosa di materiale, segno del dono più grande che possiamo offrire agli altri con l’annuncio e la testimonianza di Cristo, ma quando facciamo atti di amore, noi doniamo non una moneta, ma il cuore. Ogni volta che facciamo l’elemosina, rendiamoci conto che ottiene miracoli e guarigioni.
L’elemosina è la preghiera che diventa opera. – Ugo Maggengo
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