Chi sono gli Angeli Serafini
I Serafini
Gli Angeli pieni d’amore
I Serafini sono gli angeli appartenenti alla più alta gerarchia celestiale, vengono menzionati solo una volta nelle Sacre Scritture, ovvero in una visione del profeta Isaia (6:2-7).
Sono davanti al trono di Dio, dall’aspetto d’esseri alati aventi sei ali: due coprono il loro volto, due coprono i loro piedi e le restanti due servono per volare.
Non vengono fornite ulteriori descrizioni della forma e dell’aspetto di questi particolari angeli, tuttavia possiamo dire che i Serafini abbiano un aspetto praticamente identico a quello umano.
Il loro “grido” è continuo e rivolto agli altri angeli: “Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti: tutta la terra è piena della sua gloria” (Isaia 6:3).
Questa voce celestiale era talmente tanto vigorosa che “gli stipiti della porta furono scossi” (Isaia 6:4).
Nel racconto biblico in questione un Serafino volò verso Isaia con un carbone ardente in mano, appena preso con delle molle dall’altare, con il quale toccò le labbra del profeta con il fine di “rimuovere l’iniquità” (Isaia 6:6-7).
Il termine ebraico serafìm significa “infuocati” il fuoco in questione è quello d’Amore e la circostanza non ci dovrebbe stupire in quanto sono gli esseri più vicini a Dio assieme ai Cherubini, con i quali intonano dunque il canto del Trisagion come viene in risalto nell’estratto di Apocalisse 4:8.
Le ali coprono i piedi come segno di assoluta ubbidienza al Signore. Questi Angeli non si muovono di propria volontà ma solo se li comanda Dio. Altro paio di ali come ho già detto coprono il volto proprio perchè la Maestà di Dio è talmente alta che sentono il bisogno di coprirsi.
L’aspetto biblico non è l’unico utilizzato nei contatti con i veggenti e mistici d’epoca cristiana
Maria Esperanza González Puig (1823 – 1885), favorita da grazie speciali, si vedeva spesso circondata da Serafini sotto forma di meravigliosi fanciulli. Uno di questi, come scrive la mistica nel suo diario, “diresse la sua mano verso il mio cuore e sentii una ferita penetrante, come se lo avesse traforato con un dardo di fuoco“.
Questo accadimento c’introduce un aspetto molto importante, ovvero la loro stretta correlazione con la sofferenza della Passione Redentrice: la Venerabile Marina de Escobar (1554 – 1633), monaca spagnola, e San Francesco ricevettero allo stesso modo le Sante Stimmate da un Serafino.
Sotto quest’ottica il passo d’Isaia risulta ancor più chiaro: i peccati del profeta vengono purificati da questo Fuoco d’Amore, il Fuoco della Passione.
Questi angeli possono inoltre essere guide e protettori
È questo il caso di Maria Caterina Ruel, la quale sin dalla sua prima giovinezza nel 1813 fu affiancata da un Serafino che la istruiva in teologia, virtù e carità, consigliandole più volte d’istruire i ragazzi poveri e senza famiglia.
La veggente Margherita da Cortona (1247 – 1297) vedeva spesso un angelo dalle sei ali e dal “volto infiammato” che la benediva e la incitava ad amare più intensamente Dio, il quale successivamente rispose alla richiesta di poter conoscere il suo nome: “Non cercare di conoscere i nostri nomi, poiché i nomi degli angeli sono raramente espressi sulla terra”.
A Maria de Jesus D’Agreda (1602 – 1665), come sostegno al lavoro di redazione della “Mistica Città di Dio“, Gesù stesso inviò due Serafini: essi con il solo sguardo intimorivano il Demonio che tentava in tutti i modi di disturbare il lavoro della mistica.
In quel frangente Maria de Jesus ne descrive l’austera serietà e cortese gentilezza mostrata sino alla termine della stesura dello scritto, momento nel quale presero definitivo congedo dalla monaca.
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